#AvisioSenzaSvasi - Riportiamo un botta-risposta del Consigliere Provinciale Claudio Civettini con l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Trento Mauro Gilmozzi.
“INCREDIBILE!
LA PROVINCIA DI TRENTO INTRODUCE LA TEORIA DELL’INQUINAMENTO RELATIVO!
E LA FARNETICAZIONE POLITICA DELL’ “INQUINAMENTO BUONO”?
TESI INSOSTENIBILE E OFFENSIVA DEL BUON SENSO
Con l’Interrogazione n. 3153/XV a risposta orale ho inteso sottoporre all’attenzione della Giunta provinciale l’assai problematica situazione del peggioramento delle condizioni del torrente Avisio, oggetto di forte denuncia, in questi giorni, a livello locale, per gli sversamenti di pulizie dei bacini di centrale.
Ebbene, con mia grande sorpresa – e non solo mia – ho ascoltato dall’Assessore alle infrastrutture e all’ambiente ammettere che non solo dette problematiche dell’inquinamento connesse alle operazioni di svaso effettuate sono concrete, ma sarebbero persino normali perché già osservate nel 2012 e comunque – ha precisato l’Assessore – non c’è nulla di cui preoccuparsi perché, nell’arco di «qualche settimana» gli effetti negativi di tutto ciò possono essere assorbiti, introducendo l’insostenibile concetto dell’inquinamento relativo se la durata del fenomeno “si risolve in qualche settimana”.
Ora, nell’annunciare – come ho fatto già in Aula stamane – che terrò monitorata la situazione, se necessario, anche con ulteriori atti ispettivi in aggiunta a quelli già depositati, confesso la mia incredulità rispetto a quanto ho ascoltato e poc’anzi riassunto. Com’è possibile che una Giunta provinciale, un’Amministrazione ed un Assessore all’ambiente teorizzino in buona sostanza l’esistenza di un inquinamento “buono” perché gli effetti che produce, tanto, si assorbono nell’arco di «qualche settimana»?
Credo francamente che l’Avisio, la Valle di Fiemme ma in generale tutto il Trentino meritino di meglio, perché è tragicomico che negli anni in cui l’uomo, dopo essere stato sulla Luna ed essere in procinto di raggiungere Marte, si appresta a conquistare nuove frontiere del cosmo, vi sia chi teorizza, in mancanza di alternative, un surreale inquinamento “buono” perché temporaneo.
Ragion per cui, confermando l’impegno di approfondire eventuali “cose non dette” nella risposta dell’Assessore, anche quello di allargare lo spazio del controllo che partendo dai terreni verosimilmente inquinati di Castello di Fiemme per arrivare alla leggerezza istituzionale con cui si è giudicato e affrontato l’inquinamento “programmato” dell’Avisio, per mettere fine ad un percorso che parrebbe di “protettorato” politico, sotto il quale tutto passerebbe inosservato con l’applicazione di una ipotetica “regia forte”, non per la sostanza ma per l’arroganza.
Cons. Claudio Civettini (Lista Civica Trentina)”
Aggiornamento:
“Sullo svaso dalla diga di Soraga, penso possa essere utile riportare anche la risposta data effettivamente dalla Provincia all’interrogante.
Eccola: “Interrogazione a risposta immediata n. 3153 – cons. Claudio Civettini
oggetto: Inquinamento delle acque del torrente Avisio
Hydro Dolomiti Energia Srl ha l’obbligo di mantenere efficienti e funzionali sia l’opera di presa dell’impianto idroelettrico di Predazzo che lo scarico di fondo e di esaurimento della diga di Pezzè di Moena. Gli interventi necessari sono dettati da esigenze tecniche che si presentano ciclicamente per rimuovere i sedimenti tramite fluitazione, depositati soprattutto nelle zone di interferenza degli organi di scarico della diga. La fluitazione dei sedimenti è un obbligo di legge dettato da ragioni di sicurezza per garantire prioritariamente in ogni tempo il funzionamento degli organi di scarico e di presa.
Lo schema tecnico che ha seguito il concessionario per eseguire lo svaso è identico a quello già applicato nel 2012. In quell’anno infatti l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, su richiesta della Magnifica Comunità di Fiemme e delle Associazioni locali dei pescatori, aveva condotto sullo svaso del 2012 un’estesa campagna di monitoraggio sulla qualità dell’acqua e aveva evidenziato come gli effetti negativi dello svaso, condotto secondo le modalità autorizzate, possono essere assorbiti dall’ecosistema nel giro di qualche settimana. Per questo nel 2016 si sono mantenuti gli stessi limiti di torbidità ed oltre a ciò sono state introdotte alcune modalità ancor più cautelative che riguardano le analisi chimiche su 9 campioni rappresentativi del sedimento presente nel bacino di Pezzè di Moena, secondo le quali il sedimento è stato dichiarato non pericoloso, e un rilascio a fine operazioni di una portata di almeno 3 m3/s per una durata di circa due giorni a beneficio dell’alveo a valle della diga (nel 2012 erano 8 ore).
Per il futuro, in sede di riassegnazione della concessione si potrà prevedere la realizzazione di opere filtranti a monte dell’invaso funzionali al recupero del materiale solido, così da evitarne l’accumulo nel bacino. Ciò consentirà l’asportazione del sedimento con mezzi meccanici e di conseguenza la riduzione della frequenza degli svasi.
Per quanto riguarda le attuali modalità tecniche, si prevede che l’evento venga costantemente monitorato dal concessionario registrando i valori di torbidità a valle della diga con frequenze non superiori ai 30 secondi al fine di rispettare i valori limite della concentrazione volumetrica della torbidità delle acque fluitate. La Determinazione di APRIE che autorizza lo svaso (62/2016) prevede inoltre che tutte le operazioni possono essere seguite dalle Associazioni pescatori che possono delegare propri rappresentati e ricevere i dati di controllo del monitoraggio della torbidità.
Per una maggiore salvaguardia dell’ecosistema fluviale, durante tutte le fasi dell’intervento non viene esercita la derivazione dall’opera di presa sul rio S. Pellegrino al fine di far confluire, nel tratto di fiume Avisio posto a valle della confluenza, una maggior quantità d’acqua necessaria per attenuare eventuali picchi di torbidità. Il concessionario inoltre invia una relazione tecnica per rendicontare l’esisto dell’intervento al Servizio Gestione risorse idriche ed energetiche e all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, riportando cronologicamente i valori di torbidità ed ossigeno registrati durante l’intervento, nonché la quantificazione dei volumi di sedimento rimossi. Ad oggi questo documento non è stato ancora presentato, per cui non possono essere riportate considerazioni in merito.
Hydro Dolomiti ha inoltre incaricato un idrobiologo di condurre un monitoraggio sulla qualità dei macroinvertebrati e della fauna ittica nel periodo successivo alla svaso. Queste analisi saranno seguite direttamente anche in campo durante il loro svolgimento in modo da avere un quadro corretto degli effetti ambientali provocati dalla movimentazione dei sedimenti.
Alla luce di queste considerazioni si ritiene che lo svaso, come già detto operazione necessaria per legge, sia stato svolto nella maniera più cautelativa possibile al fine di mantenere gli obiettivi di qualità dell’Avisio. La situazione sarà in ogni caso seguita da APPA che avrà cura di fornire gli esiti delle analisi.” Va detto che in giornata è pervenuto il dato delle analisi: la qualità delle acque è risultata buona, migliore che nel 2012.”
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