Recenti leggi dello Stato fanno riemergere, anche per ragioni economiche, la necessità di riunire le forze per non disperdere risorse. Va certamente mutando il modo di governare e di gestire la cosa pubblica. L’idea della fusione rappresenta per i Comuni di Cavalese e Castello Molina di Fiemme un momento significativo della loro millenaria storia; e sotto certi aspetti un ritorno al passato e quindi ai valori ed alle prerogative proprie delle comunità.
I dipendenti dei Comuni, soprattutto in quelli più piccoli, lavorano da soli e affrontano ogni giorno norme e problemi sempre più complessi. Un’organizzazione adeguata consente maggiore specializzazione e risposte tempestive ai bisogni dei cittadini. La rete informatica e uno sportello per cittadini e imprese in ogni municipio sono le basi per rispondere a tutte le esigenze. Un Comune bene organizzato alza la qualità dei servizi, la trasparenza e l’imparzialità dei provvedimenti.
Superare rivalità e campanilismi permette di coltivare una visione d’insieme delle risorse, delle potenzialità, delle strategie di sviluppo, degli investimenti. Strumenti di programmazione unitari consentono di intervenire sui bisogni reali dei cittadini evitando duplicazioni e spese di gestione inutili.
La capacità di rappresentare il territorio e di interloquire alla pari con Provincia e Comunità passa inevitabilmente dalle dimensioni del Comune, anche considerando che la nuova Comunità sarà rappresentata in base alla consistenza demografica dei Comuni e deciderà la programmazione e il finanziamento delle opere pubbliche.
Minori costi per gli amministratori e per il personale, dovuti anche ai blocchi imposti dalla Provincia, ma senza la necessità di ridurre i servizi. Ulteriori risparmi “di scala” nel settore dell’informatica, nelle consulenze esterne, nelle forniture dei materiali di consumo, nella manutenzione degli edifici e degli impianti e nella razionalizzazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici.
La Regione e la Provincia riconoscono forti incentivi ai Comuni che si fondono.
L’alternativa alla fusione sono le gestioni associate obbligatorie su un tetto demografico complessivamente superiore ai 5.000 abitanti e per tutti i servizi comunali.
Per i Comuni che hanno deliberato la richiesta di indizione del referendum entro il 31 gennaio 2015, la Regione ha fissato la data dello stesso per il 22 maggio 2016.
La scelta di far nascere il nuovo Comune al posto dei due enti attuali rappresenta una decisione molto importante e – di fatto – non più reversibile: per questo sull’unificazione devono essere concordi non solo i Consigli comunali, ma anche la maggioranza degli elettori.
Affinché il referendum sia valido è necessario che:
Se anche solo in uno dei Comuni interessati alla fusione non si superasse il referendum, il progetto di fusione viene abbandonato e rimangono in vita i Comuni attuali.
In questo caso, il Consiglio della Regione Trentino – Alto Adige Südtirol approverà – nel periodo compreso tra l’estate e l’autunno 2016 - un’apposita legge per la costituzione del nuovo Comune di Cavalese Castello Molina di Fiemme.
Il nuovo Comune si chiamerà Cavalese Castello Molina di Fiemme.
Il Comune di Cavalese Castello Molina di Fiemme nascerà ed inizierà ad operare dal 1 gennaio 2020.
Sino al 31 dicembre 2019 resteranno in carica gli attuali amministratori comunali; in questo periodo, oltre a gestire le normali attività di competenza dei singoli Comuni, si dovrà lavorare per predisporre quanto necessario per l’avvio del nuovo Comune – stesura del primo Statuto, formazione del personale, definizione della nuova struttura organizzativa, predisposizione degli uffici, etc. –.
Le elezioni del Sindaco e dei consiglieri comunali del Comune di Cavalese Castello Molina di Fiemme si terranno in una domenica compresa tra il primo maggio e il 15 giugno 2020.
La Giunta provinciale di Trento nominerà un Commissario straordinario, con il compito di gestire il Comune unico in questa breve fase di transizione.
Il Commissario, per i pochi mesi nei quali reggerà il Comune, sarà coadiuvato da un comitato consultivo formato dagli ex Sindaci dei due Comuni. Tale compito sarà svolto gratuitamente.
La legge regionale potrà prevedere espressamente che tutti i Comuni dovranno essere rappresentati – da almeno un consigliere – nel primo Consiglio comunale che verrà eletto dopo l’unificazione.
Per le elezioni successive tale garanzia non può essere prevista.
Niente cambierà per i cittadini, che potranno continuare a rivolgersi agli stessi uffici oggi esistenti, in quanto in tutti i Comuni sarà mantenuto uno sportello in grado di fornire ogni risposta. Per le pratiche specialistiche verrà impostata un’organizzazione che garantisca comunque un’ampia fruibilità di accesso da parte dei cittadini e verranno privilegiate soluzioni informatiche che consentano, dove possibile, di ottenere quanto di interesse direttamente da casa via internet.
Carta d’identità e passaporto non andranno rifatti: mantengono la validità fino alla naturale scadenza. Gli uffici comunali provvederanno invece direttamente all’aggiornamento di tutti i dati necessari per i rapporti con gli altri enti pubblici: Motorizzazione, INPS, Azienda Sanitaria, Agenzia delle Entrate, ecc. Nessun adempimento e nessuna spesa saranno a carico dei cittadini.
Nei documenti di cittadini e imprese resta valida, fino alla scadenza naturale, l’indicazione della residenza con riferimento ai Comuni dichiarati estinti.
La legge prevede che possa essere mantenuti CAP differenti.
Gli uffici provvederanno a individuare i casi di omonimia nei due Comuni. Anche in questo caso alle eventuali modifiche dei documenti che si dovessero rendere necessarie provvederanno direttamente gli uffici comunali, senza alcuna spesa a carico dei cittadini.
La fusione non andrà in alcun modo a incidere sull’attuale articolazione. Rimarranno quindi gli attuali corpi.
Solo in termini positivi: il disporre di un unico interlocutore potrà semplificare il rapporto e favorire una valutazione delle istanze espresse dal mondo del volontariato a prescindere dai ristretti confini amministrativi attuali.
I diritti di uso civico sono disciplinati da speciali norme provinciali, che non vengono in alcun modo modificate dalla fusione. In ogni caso il bilancio del nuovo Comune dovrà dare conto di come vengo spese le risorse derivanti dalla gestione dei beni di uso civico in ciascuno dei due ex Comuni.
No: le regole attuali sulla caccia non vengono toccate dalla fusione. La caccia è disciplinata dalla L.P. n. 24/1991, che rinvia, per l’elenco delle riserve di caccia di diritto, alla legge regionale 7 settembre 1964 n. 30. L’attuale articolazione delle riserve di caccia non viene quindi minimamente messa in discussione.
Intervista doppia ai Sindaci dei Comuni di Castello Molina di Fiemme e Cavalese.
I Sindaci di Castello-Molina di Fiemme e Cavalese invitano i cittadini a partecipare al progetto di fusione dei Comuni
LETTERA AI CITTADINI DI CAVALESE CASTELLO MOLINA DI FIEMME
Nel corso dell’Alto Medioevo a Castello si delinearono due entità politico-amministrative: la “Degania” formata da gruppi familiari costituiti o influenzati da elementi di ceppo germanico e la “Villa” formata dai gruppi familiari autoctoni. L’organizzazione della “Degania” che comprendeva anche gli insediamenti di Capriana, Valfloriana, Stramentizzo e le “Case arimanne”, sparse qua e là nella Valle di Fiemme gradualmente si trasformò in “Giurisdizione” o “Contea di Castello”. Invece la “Villa di Castello” aderì alla Magnifica Comunità Generale di Fiemme a tutti gli effetti, politici e civili.
Cavalese è sede amministrativa della Magnifica Comunità di Fiemme, reminescenza di una millenaria repubblica autonoma nata da un antico ordinamento consuetudinario di origine longobarda rispettivamente sancita con i Patti Gebardini del 1111 – 1112.La “Regola” di Cavalese compare già nell’alto Medioevo quando con Cadrubio, antico villaggio sorto lungo le rive del Rio Gambìs distrutto nel 1339, e Varena, formava un “Quartiere “, ripartizione amministrativa della Comunità. Ad ogni Quartiere era assegnato l’usufrutto di una parte dei beni collettivi dei “Vicini” o abitanti compresi nel nesso comunitario. Fino al XV secolo la Regola di Cavalese non ebbe leggi scritte, ma tutto procedeva secondo tradizioni orali. Nell’archivio comunale si conservano ancora le antiche ì“Consuetudini”, un Quadernolo del 1624 che riporta atti dal 1407, in base ai quali la Regola si governò per secoli e che riguardavano l’ordinamento civile, giuridico e giudiziario, i regolamenti economici e forestali.
Comune autonomo per un certo periodo, nel 1928 Stramentizzo fu aggregato d’imperio al Comune di Castello.
Nell’anno 1973 il Comune, fino ad allora “Comune di Castello di Fiemme”, a seguito di referendum popolare, assume l’attuale denominazione di “Comune di Castello-Molina di Fiemme”.
I consigli comunali di Castello Molina di Fiemm e Cavalese approvano il progetto di disegno di legge per la fusione e la conseguente istituzione del nuovo Comune denominato “Cavalese Castello Molina di Fiemme” . A Castello Molina di Fiemme la proposta viene approvata con 9 voti favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto, mentre a Cavalese viene approvata con 15 voti favorevoli e 3 contrari.
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Massimo
17 aprile 2016 at 17:53
Giusta decisione, anzi personalmente avrei accorciato i tempi. Perché aspettare il 2020?