Fiemme e Fassa, La rabbia fiscale degli artigiani contro gli abusivi

PREDAZZO – Non solo nella capitale, crescono i fiori del male. Non solo «giù per l’Italia», ma anche quassù sulle montagne, cresce la malapianta dell’abusivismo. In particolare nelle valli dell’Avisio: un terzo delle diffide totali presentate dagli artigiani nell’ultimo triennio, 55 su 159.
È perché si denuncia di più o perché succede più spesso? È perché si sta meglio o si sta peggio? Ci vorrebbe un’indagine socio-economica ad hoc. Intanto si leggano queste cifre, illustrate giovedì sera al municipio di Predazzo – in un’infuocata assemblea dell’Associazione artigiani – dal responsabile categorie Guido Radoani. 22 diffide nel 2011 (13 estetica, 9 acconciatura) su 62 in Trentino.
18 nel 2012 (11 autoripara- zione, 5 acconciatura, 2 esteti- ca) su 51 totali. 15 l’anno scorso (variamente assortite, si veda l’infografico) su 46. Titolo della tavola rotonda fortissimamente voluta dal presidenteDe Laurentise dal direttore Berardi in risposta al grido di dolore fassan-fiammazzo: «Abusivismo, lavoro irregolare, evasione: le cattive abitudini». Ma con buone leggi e buone pratiche, persino le cattive abitudini si possono combattere, ha osservato il coordinatore Paolo Ghezzi, giornalista dell’Adige. «Non vuole essere una caccia alle streghe» ha messo le mani avanti Andrea Piazzi, presidente territoriale degli artigiani.
E dopo il saluto dell’assessora Chiara Bosine Radoani («Il lavoro sommerso – 8% in Trentino – dà molto fastidio, e anche dopo le diffide non sempre cessa l’attività sleale), il comandante provinciale della Guardia di FinanzaFabrizio Niedduha efficacemente illustrato i poteri, l’attività, i risultati delle Fiamme gialle in regione: 270 lavoratori in nero scovati nel 2013, meno quantità (-40%) ma più qua- lità nelle verifiche: «azione mirata sui settori a maggiore pericolosità fiscale», con analisi categoriali e di comparto studiate ad hoc. «Ci rendiamo conto – ha detto Nieddu – che in Italia chiudono 54 imprese al giorno e che la crisi morde, e cerchiamo di non rompere le scatole a chi lavora bene. Ma il 14,5% di tax gap relativo – Trentino Alto Adige 17° in Italia, 14° nei valori assoluti – significa che anche qui c’è uno zoccolo duro di «cattive abitudini». A partire dalle piccole, non innocenti, evasioni: se a Roma i finanzieri hanno beccato Mr. Frode con Ferrari, Testarossa, Mercedes, yacht e 93 milioni di proventi illeciti, alla Fiera di San Giuseppe le verifiche hanno individuato 4 lavoratori in nero e 26 mancati scontrini.
«Ci dobbiamo indignare non solo per Mister Frode ma anche per i 200 euro dell’idraulico senza ricevuta, o per lo sconto di mille euro del dentista in cambio della mancata fattura» ha insistito il direttore Agenzia entrate Vincenzo Giunta, «sennò non siamo coerenti nel pretendere una cultura della legalità». Poi è stata la volta degli ispettori del lavoro della Provincia Paolo Farina e Lara Poletti (obiettivo: costo del lavoro uguale per tutti, lotta alla slealtà delle agenzie interinali straniere e al lavoro subordinato mascherato da autonomo, visite ai cantieri anche nei weekend), e dei funzionari Inps Alessia Grisentie Francesco Coco (crescono le evasioni contributive).
Il presidente dei Comuni Paride Gianmoena ha ammesso onesto: la politica non dà il buon esempio, la pubblica amministrazione non aiuta ad essere fedeli, ma sentiamoci tutti corresponsabilizzati». Infine, prima della rabbia della sala, la filippica di De Laurentis: «Basta con i dipendenti pubblici che fanno gli imbianchini in nero, con la pressione fiscale al 68%, con gli autisti che in Romania costano la metà, con i furbetti dei concordati che non ci pagano le fatture: perché così, per qualcuno, evadere è una necessità per sopravvivere». Mario Felicetti
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