Nel 1935 dalla Valle di Fiemme giunse sull’Isola di Rodi, Protettorato italiano, un gruppo di boscaioli e segantini fiemmesi con relative famiglie.
Il governatore italiano Mario Lago creò per loro un nuovo villaggio che fu chiamato Campochiaro e lì raggiunsero altri convalligiani e pochi altri trentini. Avrebbero dovuto, con minoranze altoatesine e friulane, occuparsi della coltivazione delle locali foreste, depauperate nel corso degli ultimi secoli. Una emigrazione organizzata al meglio che nelle intenzioni della maggioranza dei trentini, doveva essere definitiva.
Ma la “Grande Storia” aveva deciso altrimenti: il Dodecaneso, a partire dalla fine del 1936, divenne unavamposto “strategico” del nuovo impero italiano e conobbe un processo di massiccia militarizzazione. Quindi, con l’entrata in guerra dell’Italia, fu stretto nella morsa navale e aerea degli inglesi con continui bombardamenti e scarsità di viveri.
Una parte dei trentini scelse di rientrare nella propria terra nel 1939, altri nel 1943 quando l’Arcipelago passò sotto lo spietato controllo dell’esercito tedesco. Con la sconfitta dell’Italia e dopo due anni di amministrazione inglese, il Dodecaneso passò sotto amministrazione greca e le famiglie trentine che avevano sperato di poter rimanere in quella terra, in cui avevano intessuto rapporti di amicizia e reciproca stima con la popolazione locale, dovettero lasciare l’isola.
Le ultime fecero rientro in patria nel 1947. Campochiaro, ora abitata da famiglie greche, cambiò di nome, venendo a chiamarsi Eleousa. A partire dagli anni ‘80 nacque in Valle di Fiemme un flusso di turismo verso Rodi, fatto di ex emigrati, di loro figli e nipoti che nei decenni avevano trasformato in un «mito» le vicende di quella emigrazione.
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FIEMMESI A RODI CAMPOCHIARO 2017
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