Sabato 28 luglio, ore 9.30, festa itinerante per ammirare le opere della 10a Manifestazione d’Arte Ambientale RespirArt 2018
Nel Parco RespirArt, nel mese di luglio, 3 nuove installazioni d’arte si aggiungono alle 19 già presenti. Gli artisti ospiti della 10a Manifestazione d’arte ambientale RespirArt 2018 sono: Duilio Forte (italo-svedese), Mariano Vasselai (Panchià-TN) e Elio Vanzo (Cavalese-TN).
Le opere sono inaugurate da Maria Concetta Mattei, conduttrice del Tg2 e appassionata d’arte nella natura, sabato 28 luglio, dalle 9.30 alle 12.30, durante la festa itinerante RespirArt Day.
Il ritrovo è alle 9.30 davanti al Rifugio Agnello, quindi, una passeggiata guidata rivela le nuove opere, in compagnia degli artisti. L’evento si conclude con un aperitivo allo Chalet Caserina intorno alle 12.00. La risalita, la visita guidata e l’aperitivo sono gratuiti, con prenotazione obbligatoria al numero 335 1001938 (entro il 27 giugno).
INFO: respirartgallery@gmail.com, www.respirart.com
DUILIO FORTE
Artista e architetto italo-svedese, Duilio Forte esplora lo spazio naturale, antropico ma soprattutto poetico riportando nell’oggi la forza e l’esemplarità del mito per costruire l’avvento anacronistico di una nuova epoca: l’era ArkiZoic. La ricerca delle infinite identità di Sleipnir, il mitico cavallo di Odino dalle otto zampe della mitologia scandinava, è l’occasione per ripensare il rapporto tra uomo e natura, costruendo spazi sacri dove vivere un’esperienza più autentica del tempo. Le sue installazioni, fra archeologia e fantascienza, hanno interessato il New York Times e lo hanno portato due volte alla Biennale di Architettura di Venezia e alla XXI Triennale internazionale di Milano. Il suo bestiario immaginifico, che incrocia mito e hi-tech, ha la sua casa nel cuore di Milano, ai giardini Montanelli. Qui Duilio Forte sta ricostruendo, esattamente dov’era, lo zoo della città, popolandolo però di animali mitici, fantastici, estinti o anche “solo” sognati ma sempre tecnologici, affinché possano interagire con gli spettatori. I suoi esemplari di Sleipnir, che hanno conquistato anche Palazzo Carignano a Torino e il Vittoriale, ora scalano le Dolomiti. Il destriero di RespirArt si chiamerà “Sleipnir XLVII Latemar 2797”.
ELIO VANZO
Artista, scultore, curatore d’arte e direttore museale del Centro Arte Contemporanea di Cavalese dal 2007, Elio Vanzo scolpisce il legno e il bronzo. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera e ha insegnato discipline plastiche e storia dell’arte. Ha esposto in prestigiose location, fra cui Villa Litta a Milano, Galleria Pro Arte Salisburgo, Museo della Porziuncola di Assisi e Roccatederighi. Il suo talento, la sua passione per l’arte e il suo amore per i boschi lo hanno spinto recentemente a esplorare l’arte ambientale con Marco Nones all’Humus Park di Pordenone. La sua seconda installazione nella natura, prenderà forma a RespirArt. L’opera “Mediterraneo” coniuga il senso di un’arte arcaica con la tensione verso una modernità, per certi versi, irrisolta. Il pastore, che dialoga silenziosamente con il suo animale, richiama la tradizione fiemmese e un passato mai dimenticato. Lo sguardo dell’uomo vaga verso un orizzonte lontano, ma di certo a Sud, dove idealmente si colloca l’inizio di quella civiltà di cui noi siamo gli epigoni.
MARIANO VASSELAI
La formazione artistica di Mariano Vasselai parte da Ortisei, per poi proseguire a Firenze e approdare a Milano, all’Accademia di Brera. Dopo una significativa parentesi di insegnamento, si è dedicato totalmente all’attività di scultore. È stato presente, con le sue opere, in diverse mostre nazionali e internazionali, e ha realizzato numerose opere pubbliche.
La sua ispirazione è costantemente rivolta alla natura. L’amicizia con lo storico Italo Giordani, suo compaesano, che ha scritto le tragiche vicende dei processi alle “streghe”, celebrati in Val di Fiemme nel XVI secolo, lo hanno spinto a realizzare disegni e mostre sul tema della stregoneria. Vasselai ricorda, quando, da bambino, la nonna lo intimoriva: “Se non fai il bravo arriva la Strega del Cornon”. Quella che lui riteneva una leggenda era invece un dato storico, terribilmente reale, fatto di torture e condanne, in seguito alle quali le presunte streghe venivano bruciate sul rogo. La sua opera “Il nodo della strega”, al cospetto del monte Cornon, è una formula magica, un risarcimento simbolico dedicato a tutte le donne che sono state costrette a confessare crimini mai commessi.
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