Gruppo Astrofili Fiemme
Quest’oggi scriverò di una battaglia persa: il pressapochismo del linguaggio usato dai media purtroppo entra nel parlato e poi è troppo tardi per rimediare!
Ogni anno, l’ultima domenica di marzo, bisogna portare avanti di un’ora l’orologio. Immancabilmente i giornali e i telegiornali ci spiegano che si passa all’ora “legale”. Sulla base di questa definizione l’ora usata durante l’inverno sarebbe illegale; evidentemente non è così!
L’Italia -per legge- ha un “tempo legale” (“tempo” non “ora”!) intendendo con questo che noi si utilizza il Tempo Medio dell’Europa Centrale (
TMEC); durante il periodo estivo questo tempo legale viene anticipato di un’ora. La dizione corretta, quando si cambia l’ora a marzo, è pertanto “ora anticipata”, miglior scelta, o “ora estiva”, colloquialmente accettabile sebbene meno rigorosa: quando avviene il passaggio all’ora anticipata non siamo ancora in estate. Pertanto, tra le varie espressioni, “ora legale” è la peggiore, l’unica errata da ogni punto di vista. Tuttavia quest’ultima è quella usata di solito… misteri!
Va detto, purtroppo, che l’espressione “ora legale” è riportata nel dizionario Devoto-Oli, a dimostrazione della battaglia perduta.
Nell’ultima domenica di ottobre si tornerà al tempo legale, ossia al TMEC; ancora una volta -colloquialmente- si può dire che si passa dall’”ora estiva” a quella “invernale”; meno buona è l’espressione “ora solare”: l’ora è la 24
a parte del giorno solareÂ
medio poiché il giorno solare ha una durata variabile nel corso dell’anno (come sanno bene i costruttori di meridiane, gli orologi solari), quindi l’ “ora solare” andrebbe aggiustata giorno per giorno. Insomma l’aggettivo “legale” (abbinato però al sostantivo “tempo”) è associabile all’ora invernale a non all’ora estiva! L’esatto contrario dell’uso comune…
Ricordiamoci comunque: stanotte è proprio il momento in cui torna l’ora leg… oooops… volevo dire anticipata!
Bibliografia:
G. De Donà , G. Favero: Astronomia UAI, 2010 n.3
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