Di Walter Deflorian – Il nostro paese trova nelle “Corti de Tiezer” un elemento unico e ineguagliabile.
A chi di noi censiti di Tesero non è mai capitato di sentirsi dire…”ah siete di Tesero il paese delle Corti e dei Presepi”. Una fama questa costruita grazie al lavoro e alla passione di molti nostri concittadini, ma anche grazie alla disponibilità di tutte quelle famiglie che hanno messo a disposizione la loro “corte” e la loro proprietà agli organizzatori delle varie manifestazioni. Tesero ha nel proprio cuore, nel proprio centro storico un patrimonio inestimabile in cui poter osservare, studiare e capire la storia dell’architettura rurale di un tempo, gli usi e i costumi della gente di montagna, la devozione religiosa rappresentata dai numerosi affreschi in cui potersi immergere con la tranquillità del passato. Un patrimonio che da solo costituisce uno dei più bei musei etnografici delle Alpi. Un museo che deve essere solo “aperto al pubblico” e valorizzato con la cura e l’attenzione che merita. Un museo in cui l’amministrazione del sindaco Delladio ha creduto fortemente sostenendo in primis le associazioni culturali in esso operanti, ma soprattutto cercando risorse e formulando idee e progetti per la rivalorizzazione culturale del centro storico.
La prima pietra di questo progetto fu posata quando con lungimiranza si richiese alla Provincia di Trento di poter avere Casa Jellici. I primi lavori di riqualificazione e sistemazione di Casa Jellici furono quasi per intero eseguiti dalle nostre associazioni culturali ovviamente con il sostegno economico dell’amministrazione. Non furono lavori semplici e videro impegnati decine e decine di volontari nella pulizia dei locali, nei consolidamenti delle pavimentazioni, nella sistemazione degli impianti elettrici e nella predisposizione e realizzazione di arredi a uso espositivo.
Lavori che consentirono però di poter utilizzare Casa Jellici per iniziative culturali e commerciali realizzate negli avvolti e nelle stalle, come ad esempio le mostre dell’artigianato di Fiemme e Fassa, che confermarono il grande potenziale attrattivo del nostro centro storico tanto da convincere la Provincia Autonoma di Trento a finanziare la ristrutturazione dell’edificio.
Nella testa e nel cuore di tutti noi Casa Jellici avrebbe dovuto diventare la “sala principale” di un grande museo itinerante avente come sale minori e periferiche tutto il percorso delle “corti”. In molte occasioni la nostra amministrazione ebbe a discutere con i vertici provinciali di questo progetto trovando sempre ampia condivisione e assenso. Per iniziare questo percorso si decise di sostenere il lavoro delle Associazione operanti nelle corti e per questo motivo s’incoraggiò la nascita di un Comitato Corte indipendente dal Cml che potesse dare impulso alle varie manifestazioni estive. Per consentire l’organizzazione di manifestazioni a valenza provinciale e nazionale, ma soprattutto per essere legittimati a intervenire su di un percorso che per alcuni tratti si sviluppava su proprietà private, in molti casi estremamente frazionate, si decise di dare senso e una precisa identità di tipo urbanistico al percorso inserendolo nel PRG in maniera da poter avere uno strumento istituzionale di garanzia.
Oggi l’inserimento del percorso delle “Corte” nel PRG non deve essere letto come la volontà di espropriare le corti, come ha ricordato il sindaco nell’intervento sui giornali, ma come l’individuazione di un percorso con propria denominazione riconosciuto all’interno delle normative urbanistiche e tutelato soprattutto nel suo aspetto architettonico intriso di storia e identificativo di una cultura locale che si riconosce nelle proprie tradizioni. Tutto questo per Tesero sono le “Corte” Molte sono le iniziative che si potrebbero attivare nel percorso delle “Corte” e tutte da costruire in accordo con i proprietari delle stesse per la valorizzazione di tutte le peculiarità pocanzi descritte.
Pensiamo ad esempio alla riqualificazione della pavimentazione, piuttosto che alla sistemazione dell’impianto d’illuminazione pubblico, oramai obsoleto e a volte non più a norma o addirittura mancante, ma sicuramente non adatto a valorizzare i particolari elementi artistici e costruttivi che troviamo nelle pregevoli architetture talvolta semplici e povere presenti all’interno del nostro paese. Si potrebbe pensare inoltre a iniziative atte a valorizzare l’estetica degli edifici predisponendo appositi bandi che prevedano anche un sostegno economico per quegli interventi orientati a liberare il “centro storico” dalle macchine.
Le associazioni delle “Corte” e dei “Presepi” si sono trovate quest’anno in gennaio per formulare con entusiasmo delle proposte per la valorizzazione del percorso. Le idee nascevano dalla volontà di poter contare su segnaletiche di percorso, illuminazioni permanenti e punti espositivi fissi. Tutto questo per arrivare ad avere almeno tre o quattro iniziative espositive all’anno in maniera da poter rivalorizzare e riqualificare il Centro Storico del nostro paese secondo l’esperienza maturata con l’organizzazione della manifestazione “Tesero e i suoi presepi” che ogni anno richiama in un mese di allestimento circa 15/20 mila visitatori.
E’ questa una sfida importante e interessante che potrà attivarsi per ridare slancio e qualità al nostro paese solo se il percorso potrà avere, come descritto, una propria valenza urbanistica e istituzionale. Aspetto questo che deve essere inteso come uno strumento posto a garanzia delle straordinarie caratteristiche storico-culturali delle “Corte” e allo stesso tempo per consentire alle Associazioni che svolgono la propria attività lungo il percorso, di sentirsi sostenute dalla propria amministrazione non solo nell’aspetto economico, ma soprattutto come parti attive all’interno di una Comunità, quella di Tesero, conosciuta e apprezzata per le sue innumerevoli espressioni culturali e artistiche che esaltano il valore del volontariato.
Walter Deflorian
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