Ritrovato sano e salvo Aldo Braito, 71 anni, di Daiano

Da il 9 agosto 2015
aldo braito

CAVALESE. Si sono concluse felicemente le ricerche di Aldo Braito, 71enne nativo di Daiano e residente a Capriana, che da ormai quasi una settimana non dava più notizie di sé ai suoi familiari.

L’anziano è stato ritrovato ieri nella zona delle Mandre, a circa 1.500 metri sul versante fiemmese del Lagorai. A trovarlo, un escursionista che dopo averlo visto spaesato lo ha accompagnato a valle, allertando poi il soccorso alpino, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. L’uomo è stato poi accompagnato all’ospedale di Fiemme di Cavalese per accertamenti ma le sue condizioni fisiche sono apparse non preoccupanti.

L’allarme era stato dato martedì dai familiari di Aldo Braito: subito si era messa in moto la macchina delle ricerche, che aveva coinvolto i vigili del fuoco volontari del distretto di Fiemme, l’Arma dei carabinieri, il corpo forestale provinciale, il soccorso alpino, la polizia municipale e la scuola alpina della polizia di Stato di Moena. Le ricerche si erano concentrate nella zona di Cavalese e del Cermis, anche con l’utilizzo dell’elicottero dei vigili del fuoco permanenti.

Purtroppo, però, fino a giovedì i tentativi di ritrovare il 71enne non avevano avuto esito e le ricerche erano state interrotte. È probabile che l’anziano, che conosce i sentieri della zona, non solo quelli dell’Alpe del Cermis dove da ragazzo faceva il pastore, abbia trovato riparo in queste notti nei pressi delle numerose malghe presenti nell’area in cui poi è stato ritrovato.      http://www.ladige.it/

Il 71enne Aldo Braito, di Daiano (Trento) disperso per nove giorni a 2.000 sul gruppo dolomitico del Lagorai, ha raccontato in ospedale dov’è ricoverato di essere riuscito a sopravvivere alimentandosi con erba di bosco e corteccia di abete. Dalla mattina del 30 luglio era sparito da casa e non dava più notizie; nove giorni e nove notti passati all’aperto. “Come sono sopravvissuto senza cibo? Ho mangiato acetosella, un’erba che conosco molto bene”, ha detto Braito intervistato dalla stampa locale. E la sua salvezza è stata la corteccia di abete, che gli ha tenuto regolare la glicemia. “Sono partito giovedì mattina alle 7 il 30 luglio scorso con la corriera da Capriana – racconta al cronista dalletto dell’ospedale – per dirigermi verso i laghi di Bombasel, zona che conosco come le mie tasche, perchè li’ sono stato 10 anni a lavorare come pastore delle mucche”, ha raccontato Braito, che a un certo punto si è trovato in una zona impervia e scoscesa.

“Mi sono spostato a est per raccogliere le gemme di pino mugo per fare lo sciroppo ed ho perso il sentiero. Sono scivolato, ho sbattuto la testa, perdevo sangue, avevo ferite anche alle gambe. Sono finito in un piccolo anfratto, dal quale non riuscivo a risalire. Si era anche messo a piovere e l’erbaera bagnata. Ho passato la prima notte in quella buca in piedi con l’ombrello. Il giorno dopo non riuscivo a stare sulle gambe e dovevo muovermi a quattro zampe come fanno i bambini piccoli. Avevo anche finito le provviste”.

Braito ha provato a chiamare il 118 con il cellulare, ma non c’era campo. “Ho urlato per ore con quanta forza avevo in gola per chieder aiuto, ma nessuno mi sentiva”. Sabato mattina, quando ormai era allo stremo delle forze dopo essere riuscito a tirarsi fuori dal canalone dove era scivolato, è arrivato un soccorritore, Giulio Delladio, di Tesero (Trento) che lo ha caricato sulla sua auto e portato alla Croce Bianca di Tesero. (AGI)

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