Sciopero della fame per il punto nascite di Cavalese

Da il 26 dicembre 2014
ospedale fiemme cavalese

CAVALESE. Sul problema del mantenimento del punto nascite dell’ospedale di Cavalese, c’è stata da qualche tempo una vera e propria escalation di iniziative che sono passate dalla raccolta di firme a mozioni e addirittura a una sottoscrizione di fondi con autotassazione per l’accoglienza da parte di numerose famiglie di Fiemme e Fassa delle partorienti.

Ma da ieri è partita una nuova iniziativa particolarmente eclatante, destinata a scuotere davvero le coscienze degli amministratori provinciali. Il presidente del consiglio comunale di Cavalese Loris Welponer, in maniera libera e autonoma, ha deciso infatti di dare vita allo sciopero della fame fino a quando non sarà davvero nominato da parte della giunta provinciale il nuovo primario di ginecologia ed ostetricia di Cavalese. «Inizio oggi lo sciopero della fame – ha detto testualmente Welponer – per lottare per il punto nascite di Cavalese. Non smetterò fino a quando non sarà davvero firmato il decreto di nomina del nuovo primario».

A garanzia delle sue affermazioni, per impedire che qualcuno metta in dubbio oltre che la sua buona fede anche la voglia di impegnarsi in questa difficile battaglia, Welponer ha chiamato come testimone la dottoressa Patrizia Gilmozzi, che ha messo nero sui bianco su un certificato il peso misurato sulla bilancia nel suo ufficio. Il peso del presidente del consiglio comunale certificato alla data di ieri a mezzogiorno era di 82 chili. «Fra una settimana – assicura – la dottoressa Gilmozzi dovrà verificare e certificare di nuovo il mio peso». Le sue dunque non sono solo parole, ma fatti. «Di parole sul punto nascite in questi giorni ne abbiamo sentite anche troppe – commenta Welponer – ora vogliamo i fatti, perché la gente delle nostre valli non si accontenta più di promesse.

La mia è una lotta di impegno civile al di fuori e al di sopra dei gruppi politici e degli schemi tradizionali. Trovo infatti senza logica che si trovino i soli per la scuola elementare di Masi, per un campo da calcio in manto sintetico e per strutture come lo stadio del ghiaccio, che creano buchi nel bilancio, e non si trovino le risorse per mantenere il punto nascite dell’ospedale. È vero in questo momento le risorse sono limitate – conclude- ma qui si tratta senza dubbio di un discorso di priorità su cui non si può prescindere».

Luciano Chinetti

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