La seconda vita di Spelacchio Dopo l’esperienza romana, Spelacchio è tornato in Val di Fiemme. E ora diventerà una casetta per mamme e bambini da installare in un parco romano.
Spelacchio è tornato a casa. Nella segheria della Magnifica comunità di Fiemme, in Trentino, è iniziata la lavorazione del tronco dell’albero di Natale di Roma che, da piazza Venezia, è stato poi raccontato e deriso da tutto il mondo
La “favola di Spelacchio”, non si è quindi conclusa con lo smantellamento dopo le feste natalizie: “Abbiamo chiesto al Comune di Roma di poterlo riportare qui in Trentino per trasformarlo in una ‘Baby Little Home’ – racconta Stefano Cattoi, amministratore unico della segheria della Magnifica comunità di Fiemme -, questo perché il legno può avere più vite, e come omaggio a questo Abete Rosso a cui noi dobbiamo davvero molto”.
E se con il suo arrivo nella Capitale, il nome Spelacchio gli fu attribuito come sfottò per i suoi rami ritenuti appunti un po’ “spelacchiati”, oggi in tutto il territorio della Magnifica, questo nome indica una storia di orgoglio per un’intera comunità e filiera del legno che da secoli fa della propria foresta una virtù economica e ambientale.
Spelacchio infatti arriva da un bosco certificato Pefc, gestito quindi secondo il principio di sostenibilità ambientale e di rispetto per l’ecosistema in cui sorge. “Spelacchio aveva circa un secolo di vita, è sopravvissuto ad una frana della Val Cadino – spiega Antonio Brunori, segretario generale di Pefc Italia, davanti alla ceppaia di Spelacchio, nel punto in cui fu reciso -. Al suo posto sorgeranno altri dieci Abeti Rossi, seguendo il ciclo naturale della vita”.
A giugno è previsto il suo ritorno nella Capitale sotto forma di Baby Little Home, prima ad essere allestita fuori dal territorio trentino. Una casetta di legno a sostegno delle mamme, dove potranno trovare un luogo sicuro in cui cambiare e allattare i propri bambini: “Fa parte di un progetto più ampio di sostegno alle famiglie che la provincia autonoma di Trento porta avanti da diverso tempo – continua Cattoi – ci è sembrato il modo migliore per celebrare Spelacchio”. http://www.romatoday.it
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