Sale a tre il numero delle vittime trentine in Nepal, a seguito del devastante terremoto. L’alpinista Renzo Benedetti di Segonzano, il cuoco Marco Pojer di Grumes e lo speleologo Oskar Piazza.
Benedetti e Pojer sono stati travolti da una frana staccatasi dalla montagna mentre erano a 3.500 metri di quota in un trekking nella Rolwaling Valley. Lo hanno riferito due loro compagni di spedizione che si trovano a Kathmandu. I corpi sono stati recuperati. In un ospedale della capitale vi sono altri due membri della spedizione: Iolanda Mattevi (sempre di Segonzano) ferita, e Attilio D. (della val di Fassa), illeso.
Oskar Piazza era uno dei quattro speleologi italiani di cui non si avevano notizie dopo il terremoto in Nepal. Poco fa la sua compagna, Luisa Zappini, ha confermato che Piazza ha perso la vita in Nepal.
La notizia del decesso – che risalirebbe ormai a sabato – si è diffusa oggi pomeriggio in val di Cembra e nelle valli di Fiemme e Fassa dove ha suscitato profondo cordoglio tra i moltissimi amici degli alpinisti.
Renzo Benedetti era stato nominato socio accademicco del Cai per i suoi meriti alpinistici. Era istruttore nazionale di sci alpinismo e istruttore di alpinismo nell’ambito del Cai-Sat. Renzo era socio della sezione Sat di Cavalese da molti anni.
Marco Pojer, anche lui grande appassionato di montagna, lavorava come cuoco presso la scuola materna di Grumes.
“L’immane tragedia avvenuta in Nepal, colpisce, duramente, anche la nostra comunità, portandosi via tre uomini di grande valore che, grazie al loro impegno e alla loro passione per la montagna, erano una bella espressione dell’identità trentina”. Questo il commento a caldo del presidente della provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, non appena appresa la notizia della morte in Nepal, confermata dal Commissariato del Governo di Trento, di Oskar Piazza, Renzo Benedetti e Marco Pojer.
Il presidente Rossi, assieme agli assessori Tiziano Mellarini e Mauro Gilmozzi, si è recato immediatamente da Luisa Zappini, compagna di Piazza e responsabile della Centrale unica di emergenza, per esprimerle il proprio personale cordoglio, unito a quello della Giunta provinciale e del mondo della Protezione civile trentina. “In questi casi – ha detto il presidente Rossi – le parole servono a poco, l’intera comunità trentina deve stringersi attorno ai familiari delle vittime, persone di valore, che avevano fatto della montagna la loro ragione di vita, e che, come Piazza, ogni giorno, operavano per salvare vite umane”.
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