Tesero giovedì 29 novembre – ore 20.30 – Sala Bavarese
CHIARA LUBICH e CARLO DE FERRARI: il discernimento di un carisma.
Lucia Abignente – Città Nuova ed., 2017
Introduce e modera GIOVANNI DELAMA – storico
Intervengono: ILARIA PEDRINI – Centro Studi Giudicaria e MAURIZIO GENTILINI – Consiglio nazionale delle Ricerche
Ingresso libero
In collaborazione con la Biblioteca e il Comune di Tesero si propone per giovedì prossimo, 29 novembre, con inizio alle 20.30, presso la Sala Bavarese, un appuntamento di presentazione del lavoro di Lucia Abignente “Qui c’è il dito di Dio” – coedizione di Città Nuova e del Centro Chiara Lubich di Roma. La serata sarà introdotta e moderata dallo storico Giovanni Delama e prevede gli interventi di Ilaria Pedrini del Centro Studi Giudicaria e Maurizio Gentilini del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Durante l’incontro si discuterà sul segreto della straordinaria fecondità della testimonianza e del messaggio di Chiara Lubich, che ha dato vita in pochi decenni ad un’opera vasta e universale come il Movimento dei Focolari. Al centro della trattazione la figura di Chiara Lubich che, poco più che ventenne, ha avuto un ruolo importante nella Chiesa pre-conciliare italiana, resistendo con una proposta di vita evangelica che destava sospetto in molti poiché coinvolgeva persone di tutti gli stati di vita, laici e religiosi, donne e uomini. Fonte ispiratrice e sostenitrice di questa azione è stato quello che Chiara, riferendosi al grido di Gesù e riportato da Matteo e Marco, chiama “Gesù crocifisso e abbandonato”. Uno dei primi a comprendere lo spessore e le potenzialità di questa intuizione e del progetto di vita che ne conseguiva fu l’arcivescovo di Trento Carlo De Ferrari, che approvò da subito la proposta di dar vita al focolare, la prima comunità, voluto da di Chiara Lubich.
Autrice di questo libro è la storica Lucia Abignente, curatrice di varie ricerche sul movimento dei Focolari e la sua fondatrice. Questo lavoro è frutto di attento studio, scientificamente condotto, di fondi documentarie anche inedite, molte delle quali tratte dalla documentazione raccolta da mons. De Ferrari stesso e conservata nel suo studio privato. Il quadro che ne emerge è praticamente inedito sia per la storia dell’Opera di Maria, sia per la storia della Chiesa locale e nazionale.
L’ingresso è libero.
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