(chiunque, leggendo questo post, condivida quanto scritto nella missiva NON si prepari a marciare su Roma, ma PROPONGA a parenti e amiche di dare alla luce un bimbo nel Punto Nascita di Fiemme. Siamo lontani dai 500 parti annui, ma se l’aumento, nei primi mesi del 2015, è notevole avremo un argomento in più per accompagnare la scelta del Ministro che, dopo aver ricevuto, proprio oggi, i Presidenti Rossi e Kampatcher ha lasciato aperto un lieve spiraglio alla riflessione…) www.partoperfiemme.com
Signora Ministro,
Mi permetto di inviarle questa missiva, pronta da qualche giorno, e completata a causa dei tragici, recenti eventi di Catania che hanno visto la sua pronta e sincera reazione. In primo luogo desidero esprimerle il mio ringraziamento per l’attenzione da lei dimostrata riguardo alla sicurezza necessaria nei piccoli punti nascita.
In qualità di semplice cittadino, presidente dell’associazione apartitica a fine non lucrativo “Parto per Fiemme”, sottopongo alla sua attenzione il punto nascita di Fiemme (Cavalese-Trentino), posizionato a 1000 m di altitudine, costruito con lungimiranza, assieme all’ospedale, nel 1955 grazie agli enormi sacrifici della popolazione della Magnifica Comunità di Fiemme, per poi essere successivamente ceduto alla Provincia di Trento.
Costantemente rinnovato il Punto Nascita risponde alle esigenze di sicurezza, di accoglienza e di professionalità che molte partorienti desidererebbe per sè e per il neonato.
Più precisamente:
Ma… - i nati nel 2014 sono stati 263 (anche a causa dei 50 giorni di assenza della dott.ssa Primaria Zeni, dovuti ai congedi di pre-pensionamento che hanno portato alcune mamme a scegliere Trento come Punto Nascita). Va detto che nel 2010 furono 308 grazie al primario dott. Bonadiman, reputato e seguito da molte delle sue pazienti provenienti anche da fuori provincia. A seguito del lancio del dispositivo “Parto per Fiemme” ci siamo resi conto che già nel 2015 sarà possibile tornare oltre la soglia dei 300 parti accolti a Cavalese per poi, in accordo con l’Azienda sanitaria per non pregiudicare le eccellenze del reparto, continuare a mantenere la tendenza alla crescita.
NB: Cavalese accoglie tra il 90 e il 100% dei nati delle vallate di Fiemme e Fassa, alcuni provengono già, naturalmente, dalle vallate vicine, zona di Feltre compresa, ma spesso si pongono dei problemi di logistica che l’associazione puntualmente risolve. Nei sette mesi di attività volontaria ci siamo reso conto dell’aumento costante del numero di partorienti provenienti dall’area geografica fra Cavalese e Trento che, venute a conoscenza della qualità del servizio offerto a Cavalese grazie al “one to one”, scelgono il punto nascita di Fiemme per non doversi trovare nelle difficoltà spesso incontrate in un centro sovraffolato come il “Santa Chiara” di Trento.
- l’assessore alla Sanità della provincia, Donata Borgonovo Re, ha ammesso più volte che la chiusura del punto nascita di Cavalese non avverrà mai per motivi di sicurezza o economici, ma solamente per un suo disegno politico. Abbiamo lottato molto in questi mesi, fino a riuscire a sensibilizzare politici spesso assorti da troppi impegni e talvolta tentati da una semplificazione centrista. Siamo riusciti ad ottenere, il 18 dicembre 2014, la proposta e la successiva approvazione politicamente trasversale di un emendamento che ha portato in Valle la già nominata dott.ssa con funzioni primariali Fabrizia Tenaglia. Fra qualche giorno è previsto a Roma un incontro politico fra i nostri presidenti della Provincia di Trento, Ugo Rossi, e di Bolzano Arno Kompatscher per cercare di trovare un accordo per evitare la chiusura dei punti nascita di montagna. Ma da qualche settimana e con ancora più forza dopo la sciagurata vicenda di Catania, l’assessore Borgonovo Re, indica lei, ministro e la legge sul tetto minimo dei 500 parti annui come lo scoglio insormontabile per permettere ad un’eccellenza sanitaria e sociale come la maternità di Cavalese di continuare ad esistere.
In conclusione : non posso credere che un caso di malasanità avvenuto a 1400 chilometri dalla Valle di Fiemme venga ad annullare un esempio di professionalismo, dedizione e di collaborazione spontanea fra privati cittadini e pubblici servizi. Nel quadro del progetto “Distretto Famiglia” i responsabili del Land Brandeburgo hanno chiesto di poter copiare in Germania il dispositivo ideato e attuato da “Parto per Fiemme” proprio perchè dimostra la capacità di saper reinventare la società attraverso la solidarietà e la concretezza che da sempre ci animano.
So di non essere conciso nella mia lettera, ma non conoscendola di persona non posso permettermi di tralasciare qualche passaggio che potrebbe risultare importante per avere una chiave di lettura geopolitica. Per questo motivo le chiedo, se fin qui quanto espresso ha destato il suo interesse, di proseguire la lettura dell’appello da me inviato all’assessora nell’ottobre 2014 e contenente valori come la famiglia, la sicurezza, il buon senso nell’applicare diversamente in contesti alpini una legge pensata originariamente per tutelare, ma che rischierebbero di sortire l’effetto contrario rivelandosi, nello specifico, pericolosa per la popolazione.
È appurato che, nelle nostre valli di Fiemme e Fassa, la chiusura del punto nascita di Cavalese porterà a dover percorrere distanze su strade di montagna comprese fra i 60 e i 110 chilometri, sinuose e, per 5 mesi l’anno, soggette a precipitazioni nevose.
Nel solo mese di dicembre 2014 hanno avuto luogo tre parti con travagli brevissimi e complicazioni imprevedibili : un cordone ombelicale annodato, un cordone attorno al collo del bimbo e un distacco della placenta. Grazie alla presenza del personale medico del Punto Nascita di Fiemme, tutti tre i casi si sono risolti senza nessuna conseguenza nè per i neonati, nè per le madri, compreso per il distacco della placenta e la relativa emorragia risolto con l’unico intervento possibile : l’immediato taglio cesareo emergente.
In nessuno dei tre casi l’elicottero, sempre a condizione di poter decollare da Trento, sarebbe arrivato in tempo e nessuno dei dispositivi previsti per “accompagnare la gravidanza una volta chiusa la maternità” prevede di poter intervenire tempestivamente per evitare il peggio in simili situazioni.
La prego di voler credere nell’obiettività di quanto riportato. Lavoro da 20 anni fra la Francia e l’Italia nella prevenzione delle condotte a rischio e la trasmissione della fiducia necessaria alle nuove generazioni e ai professionisti che li accompagnano in modo da costruire progetti partendo dalle loro intuzioni, se la metà di loro sarà portata a inventarsi un mestiere, tanto vale che sviluppino concretamente le loro capacità creative. Dal 2013 ho scelto, assieme a mia moglie Charlotte, di vivere in Italia per le qualità intrinseche al nostro paese e proprio perchè la Francia ormai tende a ciò che un collega di Nantes della lotta interministeriale contro la tossicomania descrive come una “non assistenza a gioventù in pericolo”.
I miei figli sono nati a Cavalese nel 2008 e 2009 proprio perchè Charlotte, conoscendo le varie possibilità, dalla Francia all’Italia, non ha avuto dubbi sull’equipe alla quale affidare le nostre vite.
Ciò che si sta preparando in Trentino, con la possibile chiusura dei punti nascita di montagna è, per ragioni strettamente partitiche, una “omissione di soccorso programmata”.
Nessuno sarà colpevole quando avverrà, perchè così vuole una certa logica istituzionale, ma ci sarà chi saprà d’essere responsabile, io per primo, che da semplice cittadino italiano, figlio di colui che ha cambiato il soccorso alpino formando e coordinando le unità cinofile della Guardia di Finanza in tutta Italia, figlio di una favolosa Mamma che per decenni si è impegnata nel mestiere di casalinga e di madre e mi ha trasmesso il senso del rispetto, della giustizia e della solidarietà, io le chiedo, assieme alle 14.694 che hanno firmato per il mantenimento del Punto Nascita, per favore, di considerare un’alternativa all’applicazione del limite dei 500 parti annui voluta dal “Piano Fazio”.
La prego, avendo assistito a numerose criticità risolte senza nessuna conseguenza nefasta perchè prontamente affrontate in una manciata di minuti alla maternità di Cavalese, di proporre al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di valutare a sua volta se è possibile che, nel 2015, viste le rilevanti difficoltà di attivazione dello STAM, si debbano definitivamente abbandonare le nostre vallate alpine per vivere in città ed essere certi di poter giungere in tempo in un ospedale…
In questo momento, in Val di Fiemme, nevica.
Nella speranza di un suo riscontro rimango a sua disposizione per ogni informazione complementare e riporto, a seguire, l’appello sopracitato.
Cordialmente Alessandro Arici Responsabile “Parto per Fiemme” Associazione di promozione e utilità sociale Apartitica senza scopo di lucro. www.partoperfiemme.com
P.S. la inviterei con immenso piacere a dare alla luce i suoi pargoli in Val di Fiemme, proprio di fronte alle montagne del Lagorai, approfittando dell’energia delle Dolomiti che stimolerebbe per sempre i loro ricordi e le loro scelte future. Le direi volentieri che potrebbe portare con sè, considerata l’eccezionalità dell’avvenimento, fino a otto famigliari che verrebbero alloggiati gratuitamente in un hotel a 3 o 4 stelle a prossimità del Punto Nascita, ma non vorrei essere indelicato quindi, non la invito ufficialmente, ma lei sa d’essere più che benvenuta
Per aderire al progetto è sufficiente contattarci allo 0462/341419 o via email partoperfiemme@gmail.com .
Numero di telefono diretto del Punto Nascita 0462 242216
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